Chiarimenti su intervento federmot

Pubblichiamo, su richiesta di Paolo Valerio, stralcio di un documento a sua firma del 26 maggio 2014, che egli ha inteso riassumere nell’intervento orale del 30 maggio u.s. – come lui stesso ha tenuto a precisare già in altre sedi, ritenendo di essere stato equivocato dalle sottoscritte nel resoconto steso il medesimo giorno.

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Got e Gdp, infatti, nella visione ministeriale, vengono assimilati in un’unica figura giudicante, di ibrida vocazione, parzialmente di supporto al magistrato togato, parzialmente titolare di competenze esclusive, parzialmente titolare di residuali competenze concorrenti con quelle del magistrato di ruolo.
Tutto ciò viene proposto e orchestrato, presumo, nel supposto convincimento che eventuali pretese di stabilizzazione possano essere neutralizzate con il ricorso a una ghigliottina temporale, che operi decapitando indistintamente tutti i magistrati onorari, di ogni tipo e funzione, dopo tre quadrienni di esercizio delle funzioni, in tale momento estinguendosi, a vita, la giuridica possibilità di esercitare la giurisdizione.
Tale soluzione offre anche, incidentalmente, una chance agli stagisti, ennesima nuova categoria di precari in cerca di sbocchi, consentendo loro di trovare temporanea sistemazione nella magistratura onoraria, avvicendando coloro che ne vengono espunti.
Sennonché, per realizzare tale avvicendamento perpetuo, si mette in piedi un complicato meccanismo di transumanza delle professionalità, nell’arco di una mini-carriera che si estende non oltre l’arco dei 12 anni, di fatto enfatizzando ed estendendo erga omnes le attuali criticità afferenti alla figura del Got. Nulla si dice poi di come tali soggetti ricongiungerebbero tale periodo ad altre carriere e professioni, anche e soprattutto a fini assicurativi, atteso che le linee guida escludono espressamente (e anche inaspettatamente, visto che non si trattava di precisazione indispensabile) il riconoscimento di qualsiasi diritto previdenziale o assistenziale.
Traendo ispirazione da Franco Cordero, di cui qualsiasi operatore del diritto che abbia nel cassetto una laurea in giurisprudenza avrà apprezzato la prefazione al noto manuale di diritto processuale penale, viene da dire che l’entropia del sistema si fa, in questo approccio, ancora più galoppante; l’ortopedia concepita dal Governo genera storture peggiori del difetto originario e trasforma l’istituendo ufficio del processo in un coacervo di figure precarie, tra loro l’una contro l’altra armata in pugnace competizione, tutte da perennemente formare, perche perennemente in movimento verso altra competenza, nessuna rimanendo al proprio posto e nel proprio ruolo per un apprezzabile stagione lavorativa.
Se si seguisse, invece, la naturale logica evolutiva dell’attuale assetto, sviluppando i modelli sottesi alle circolari tabellari del CSM, il Got potrebbe davvero diventare la chiave di volta dell’Ufficio del processo; sottratto all’attuale precarietà e quasi gratuità della propria condizione, esso potrebbe divenire la figura che solleva stabilmente il magistrato di carriera da tutto il contenzioso e gli adempimenti che non ne richiedono il diretto intervento, liberando anche risorse per i gradi di Appello e di Cassazione, oggi in sofferenza di organico, e acquisendo una competenza elastica ma fortemente ancorata al contenzioso di secondaria fascia, secondo modelli organizzativi già sperimentati in alcune sedi giudiziarie.
Omissis

Prendiamo atto che Paolo Valerio intendeva riassumere il contenuto del documento a sua firma sopra riportato, per ciò che qui rileva, il passaggio “di fatto enfatizzando ed estendendo erga omnes le attuali criticità afferenti alla figura del GOT”.
Quando Paolo Valerio, oralmente, ha rappresentato al ministro asserite riserve dell’ANM, quindi, a tali criticità si riferiva.
In disparte polemiche che non si volevano suscitare, evidenziando che il ministro, già nel corso della riunione del 30 aprile u.s., aveva annunciato l’estensione delle competenze proprio dei GOT, l’occasione ci è stata gradita per richiamare i documenti ufficiali dell’ANM che, invece, valorizzano il contributo dei GOT,  auspicando l’estensione delle loro competenze, in linea con l’annunciata riforma.

La “naturale logica evolutiva dell’attuale assetto” (per dirla con Paolo Valerio), è già una realtà.
Stefania Cacciola