Prescrizione, corruzione e riforme. Intervista al dott. Angelo Busacca e alla dott.ssa Stefania Cacciola

Prescrizione, andamento degli uffici giudiziari, possibili soluzioni per velocizzare i tempo della Giustizia. Questi sono stati alcuni degli argomenti toccati nell’intervista che Sudpress ha fatto ad  Angelo Busacca, sostituto procuratore della Repubblica a Catania e componente della giunta nazionale dell’ANM e a Stefania Cacciola, G.o.t. presso il Tribunale di Catania

Durante questi ultimi scampoli di 2014, Sudpress ha deciso di intervistare alcune personalità delle Istituzioni che, con il loro lavoro, contribuiscono a fare funzionare questa città. Le aule di tribunale, e come al loro interno viene amministrata la giustizia, sono sicuramente tra quegli argomenti rispetto ai quali il cittadino dovrebbe essere maggiormente informato.

 Per tali ragioni, tra le varie personalità incontrate, abbiamo intervistato il dott. Angelo Busacca, sostituto procuratore della Repubblica a Catania e componente della giunta nazionale dell’ANM e la dott.ssa Stefania Cacciola, giudice onorario presso le sezioni penali del tribunale di Catania. Abbiamo discusso con loro un profilo molto specifico che, comunque, interessa molto da vicino il cittadino: la prescrizione.

 Terreno di scontro tra le due grandi fazioni che si dividono il campo dei commentatori della giustizia, garantisti e giustizialisti, l’istituto della prescrizione sembra essere ritornato in augerelativamente ai grandi scandali (mafia-capitale, Expo2015, Mose) che, costantemente, travolgono la vita politica del paese.

Come molte altre questioni, la prescrizione è stata gettata in pasto alla retorica delle buone intenzioni dei politici attraverso quel classico schema – tutto italiano – volto a devitalizzare il dibattito piuttosto che arricchirlo.

 Il governo Renzi, infatti, in questi ultimi giorni ha avanzato la proposta di allungare i termini della prescrizione nei reati di corruzione. Secondo Angelo Busacca la proposta dell’esecutivo non è sufficiente “Il governo fa degli annunci per placare l’opinione pubblica che è condannata a credere a questi annunci se non c’è un certo tipo di informazione. Queste norme non verranno applicate ai casi che in questi giorni sono balzati agli onori della cronaca, perchè la legge può disporre solo per il futuro”.

Le soluzioni da intraprendere, secondo il magistrato catanese, sono altre “Per certi tipi di reati è necessario allungare i termini di prescrizione mentre per altre condotte è necessario un intervento diverso. Come ANM chiediamo la trasformazione di alcune fattispecie che sono qualificate oggi come contravvenzioni: basti pensare ai reati ambientali, a quelli edilizi e culturali, a quelli sui rifiuti. In relazione a questi procedimenti non possiamo emettere ordinanze di custodia cautelare, non possiamo fare intercettazioni e la il termine di prescrizione è di massimo 5 anni Entro questo termine  occorre avere fatto le indagini, il giudizio di primo grado, l’appello, la cassazione e l’eventuale rinvio in caso di annullamento della sentenza”.

“I reati fiscali, molte delle volte, arrivano al dibattimento già prescritti. Inoltre è chiaro che una disciplina incerta sui termini di prescrizione renda meno competitivo il paese, scoraggiando gli investimenti” aggiunge Stefania Cacciola.

 Non solo prescrizione, ma anche un riferimento alla difficilissima situazione all’interno dei Tribunali che vede carenza di risorse e di personale umano a fronte, invece, di un grandissimo carico di contenzioso giudiziario. Un circolo vizioso, secondo Angelo Busacca “Non si fa un concorso pubblico dedicato ai laureati in giurisprudenza da anni, così come dal 1997 non vengono banditi concorsi pubblici per reclutare personale di cancelleria e ad oggi ne mancano circa 9000 unità. Di conseguenza tutti i giovani neolaureati si riversano nell’avvocatura, accettando incarichi di ogni tipo che ingolferanno il sistema giudiziario. Un cane che si morde la coda, insomma”.

Nei prossimi cinque anni andranno via circa 1300 magistrati professionali – sottolinea Stefania Cacciola – un deficit di organico che si aggiungerà a quello esistente. E sarà impossibile supplire a questi vuoti d’organico con i concorsi per magistrati ordinari. Ed è per tali motivi che i magistrati onorari acquisiranno sempre maggiori responsabilità. Per poter continuare a lavorare, però, servono risorse. Divido la stanza con quattro colleghi, abbiamo un solo computer e compriamo i codici con i nostri soldi.” conclude il magistrato onorario, in relazione alla complicata situazione di Got e Vpo, di cui Sudpress si è già occupato.

Ecco i video con le interviste 

Fonte: SUD PRESS che ringraziamo.

Unione Nazionale Italiana Magistrati Onorari