Resoconto Convegno organizzato da UNIMO e Osservatorio sulla Giustizia civile Catania 30 gennaio 2015

Il convegno che si è tenuto a Catania il 30 gennaio scorso organizzato da UNIMO e Osservatorio sulla giustizia civile segna l’inizio di una collaborazione tra i due organismi che si propone di studiare, valutare e proporre soluzioni condivise dai magistrati professionali, magistrati onorari e avvocati in materia di giustizia non solo civile.

Infatti, il tema trattato nel corso della convegno era la riforma tutta della magistratura onoraria, oltre che la mediazione e la conciliazione.

Il convegno è stato importante perché ha messo in luce ancora una volta l’importanza della magistratura onoraria e la sua indispensabilità per il regolare ed efficiente funzionamento del servizio giustizia.

Si è sottolineato più volte che se la magistratura italiana è la più produttiva d’Europa è anche merito del contributo della Magistratura onoraria.

Ad evidenziare tale circostanza è stato il dott. Angelo Busacca, sostituto procuratore della Repubblica presso la Procura di Catania, intervenuto al convegno in qualità di componente della GEC nazionale dell’ANM.

Al dott. Busacca hanno fatto eco la dott.ssa Marisa Acagnino la quale ha elogiato il lavoro delle colleghe got civili ribadendo che senza il loro apporto la VI Sezione civile del tribunale di Catania, da lei presieduta, non potrebbe reggere l’enorme carico di lavoro pervenuto anche seguito dell’accorpamento delle sedi distaccate.

Le medesime considerazioni possono farsi in merito al settore penale come evidenziato dalla dott. ssa Stefania Cacciola nel suo intervento programmato.

Concorde sulla indispensabilità della MO e della sua valorizzazione anche il dott. Giuseppe Rana, giudice presso le Sezioni civili del Tribunale di Bari.

Tutti i relatori presenti hanno sostenuto che se i magistrati onorari faranno parte dell’ufficio del processo a questi dovrà essere assicurata autonomia e indipendenza e occorre riservare le attività di assistenza al giudice agli stagisti.

Inoltre, perché l’ufficio del processo possa realmente funzionare è necessario dotarlo di mezzi, strutture e personale di cancelleria e amministrativo.

Medesime linee di pensiero sono state espresse dalla dott.ssa Acagnino la quale ha evidenziato la necessità di valorizzare la magistratura onoraria anche all’interno dell’ufficio del processo senza relegarla a mere attività di sostegno e assistenza al giudice professionale e assicurarsi che essi operino in rapporto di parità con i magistrati professionali attraverso l’affidamento di un settore di materie specifiche predeterminate per legge e di cui il MO sarebbe titolare.

Anche il dott. Busacca concordava con tale visione della MO all’interno dell’ufficio del processo e ribadiva la necessità di prevedere un doppio binario che assicuri ai giudici onorari attualmente in servizio la permanenza sino all’età pensionabile, attraverso una serie di mandati magari quadriennali e previa valutazione lavoro svolto, con retribuzione adeguata, garanzie previdenziali e assistenziali anche in virtù delle norme introdotte recentemente sulla responsabilità civile dei giudici operative anche per i MO.

Egli evidenziava che la MO sarà forse più colpita da tali norme perché, purtroppo, si trova in posizione più debole proprio perché priva di tutele e si chiedeva con quale stipendio essa potrebbe far fronte ad eventuali azioni avanzate nei suoi confronti posto che i giudici onorari non hanno una retribuzione degna di tale nome.

E ciò è valido anche per gli specializzandi che esercitano l’attività di VPO in udienza.

Molte perplessità, quindi, sorgono in tema di utilizzazione di tali soggetti a svolgere il ruolo di pubblica accusa in udienza.

L’Avv. Fabio Florio nel suo intervento ha invitato gli avvocati a prendere atto della importanza della magistratura onoraria, della sua indispensabilità e a non avversarla e ha ribadito l’estrema importanza che rivestirà in tal senso la collaborazione tra UNIMO e l’Osservatorio.

Si è anche evidenziato che nell’ufficio legislativo del Ministero dovrebbe essere prevista la partecipazione anche degli avvocati e dei magistrati onorari in quanto soltanto attraverso la collaborazione tra tutte le parti interessate si può pervenire alle soluzioni più congeniali alla risoluzione dei problemi che affliggono la giustizia.

Occorre che gli avvocati e i magistrati onorari non siano semplicemente i destinatari passivi delle normative ministeriali e/o governative in materia di giustizia ma che offrano essi stessi indicazioni e soluzioni da recepire e attuare.

Per tali ragioni, spiegava l’Avv. Florio l’attività di collaborazione tra UNIMO e l’Osservatorio è importante e imprescindibile perché sia di impulso a che le riforme sulla giustizia non siano meri proclami ma si realizzino concretamente.

È stato auspicato che la riforma della magistratura onoraria preveda anche l’estensione delle competenze dei got e dei vpo e che si superino i limiti imposti dall’art. 43 bis dell’Ordinamento giudiziario attraverso la modifica della norma e che si seguano per lo meno le disposizioni sul punto contenute nelle tabelle organizzative del CSM.

L’attribuzione di un ruolo determinato con titolarità specifica per settori di materie, infatti, rilevava la dott.ssa Acagnino, responsabilizzerebbe il GOT e costituirebbe il superamento delle ormai croniche carenze di organico della magistratura professionale alla quale rimarrebbe affidata la trattazione degli affari penali e civili più complessi.

A tal proposito il dott. Mariano Sciacca evidenziava la necessità di superare il criterio della valutazione dell’operato dei giudici attraverso il mero calcolo del numero di sentenze emesse.

E su tale aspetto concordavano anche la dott.ssa Acagnino e il dott. Rana.

Tutti i relatori ribadivano che la figura dei magistrati onorari deve essere innovata, deve essere ripensato il loro ruolo alla luce della riconosciuta loro indispensabilità.

La dott.ssa Giada Patanè, intervenuta in qualità di got civile presso la VI sezione del Tribunale civile di Catania, ha sottolineato che ancora il testo ufficiale del ddl di riforma della MO non è conosciuto (ciò è stato detto anche dal dott. Busacca dal momento che ancora né alla GEC né al CSM è pervenuto per il parere) e, quindi, non ha inteso soffermarsi su quelli in circolazione.

La collega ha evidenziato che al Ministro Orlando va riconosciuto il merito di essere stato il primo e unico ministro della giustizia che ha instaurato un tavolo tecnico con le sigle rappresentative della Mo che sono state convocate più volte presso il ministero per definire nelle linee essenziali la riforma del settore e soprattutto in relazione alle norme transitorie.

Tuttavia, ancora oggi c’è poca chiarezza sul testo definitivo e non si sa neppure se è giunto alle commissioni giustizia di Camera e Senato.

A tal proposito si ricorda che sul sito del Senato è apparsa la notizia dell’avvenuta presentazione di un ddl di riforma della Mo ma il testo non è stato pubblicato.

In ogni caso le linee che erano state individuate insieme alle associazioni di categoria sino al luglio 2014 inerenti le norme transitorie che riguarderebbero soltanto i MO in servizio pubblicate sul sito di UNIMO sono allineate a quelle indicate dall’ANM in sede di audizione informale presso la commissione giustizia Senato del 23 gennaio 2014 e ribadite dal presidente Sabelli durante il congresso UNIMO del 7 novembre 2014 a cui ha spesso fatto riferimento il dott. Busacca che le ha riprospettate.

Su tale percorso converge UNIMO e, pertanto, sul punto si invita a consultare il sito dell’associazione.

Si è fatto presente, altresì, che a seguito della riforma della professione forense e dei regolamenti attuativi della stessa gli avvocati che esercitano l’attività giurisdizionale onoraria saranno chiamati ad operare una scelta in questo momento ancora non possibile stante la mancanza della riforma che definisca una volta per tutte ruolo e retribuzione della MO.

Sussiste, quindi, il concreto rischio che gli avvocati/MO saranno cancellati d’ufficio dall’Albo di appartenenza se non daranno prova di aver svolto prevalentemente l’attività professionale.

A tal proposito UNIMO sta predisponendo una richiesta di parere da sottoporre al CNF e al Ministro al fine di sottrarre la Mo all’operatività di tale normativa.

Sulla necessità di intervenire in tal senso ha convenuto anche l’Avv. Florio, il quale ha elogiato la magistratura onoraria e il lavoro di UNIMO svolto nell’interesse della categoria e della giustizia.

Sulla incompatibilità con la professione forense o con l’impiego pubblico si è evidenziato che qualsiasi norma che la renda più rigida dovrà essere supportata e potrà essere condivisa soltanto se sarà prevista una adeguata retribuzione che non sia più a cottimo, nel rispetto delle raccomandazioni europee dettate in tale materia e richiamate sia dalla collega Patanè sia dal dott. Busacca.

In ogni caso dovrà essere fatta salva la possibilità per coloro che svolgono la professione forense o attività di pubblico impiego di poter optare tra la permannenza in servizio oppure la trasmigrazione definitiva nella MO.

Il dott. Domenico Pisciotta, stagista presso la VI sezione civile del Tribunale di Catania, ha evidenziato che gli stagisti desiderano che le loro mansioni siano predeterminate per legge e che si tenga conto che essi all’interno dell’ufficio del processo dovranno essere adibiti a compiti diretti esclusivamente alla loro formazione e che non possono assicurare il loro impegno per tutti i giorni della settimana dovendo riservare la maggior parte del loro tempo allo studio.

I lavori si sono conclusi con l’invito al Ministro di provvedere senza più indugi a varare la riforma della magistratura onoraria nei termini indicati nel corso delle trattative instaurate con le sigle rappresentative della categoria e delineate dall’ANM, anche, tenendo conto delle indicazioni e dei suggerimenti che sono stati di volta in volta evidenziati nel corso dei congressi e convegni che negli ultimi mesi si sono susseguiti e che hanno avuto ad oggetto la riforma della MO.

Stefania Cacciola

Giada Patanè

Norma Mannucci