Congresso UNIMO Roma 7 novembre 2014 – Intervento del Dott. Rodolfo Sabelli – presidente dell’ANM

Congresso UNIMO – Roma 7 novembre 2014

Presidente ANM – dott. R. SABELLI – Ore 16.48

La magistratura onoraria è storia antica viene da lontano, è anche una storia gloriosa, ci sono state preture rette per lungo tempo dai vice pretori onorari, il presidente Panzani ha ricordato questi tempi, erano tempi più semplici non c’era previsione di un compenso per quella attività ma il decoro del lavoro svolto dalla M.O. è rimasto sempre immutato.

Soprattutto, i principi della giurisdizione sono gli stessi, che si tratti di magistratura onoraria o professionale i principi non cambiano, rileggevo stamattina la raccomandazione del COMITATO MINISTRI agli Stati Membri del Consiglio di Europa, la raccomandazione n. 12 del 2010,che detta i principi architrave della giurisdizione e che menziona espressamente i magistrati onorari, per dire che, salve le specificità, i principi cardine in essa individuati si applicano a tutti i magistrati indifferentemente.

Quindi, indipendenza ed imparzialità, il reclutamento sia pure con modalità diverse, la magistratura professionale per concorso, la magistratura onoraria mediante altre forme di selezione, i controlli di professionalità, la formazione, ma anche il decoro e la qualità delle condizioni di lavoro.

Noi abbiamo spesso richiamato questa raccomandazione nr. 12 anche a proposito del tema della responsabilità civile dei magistrati, che costituisce uno degli ultimi capitoli sulla giustizia che interessano da vicino anche i magistrati onorari.

Leggendo attentamente tale raccomandazione ci accorgiamo come essa disegni il panorama completo della giurisdizione professionale sia di ruolo sia onoraria, uguali tutti i magistrati anche in ordine alle condizioni di lavoro, questo è un tema di estrema attualità, riguarda le risorse, le strutture, le attrezzature adeguate, il numero sufficiente di giudici e di personale di supporto qualificato, sia per magistrati professionali sia per magistrati onorari.

E qual’è allora al di là dell’aspetto organizzativo, la differenza tra le due magistrature? La differenza è l’onorarietà, e si dice che una delle caratteristiche dell’onorarietà è la temporaneità. Sennonché, purtroppo va detto, che la materia della MO è una di quelle che esemplifica la incapacità del sistema di procedere in modo programmatico, sistematico, perché uno dei problemi che si pone quando si affronta la riforma della MO, è il sistema delle proroghe, che si sono avute di anno in anno contro ogni principio di logica e di razionale programmazione.

Noi come ANM ci siamo confrontati varie volte, e lo continueremo a fare con le organizzazioni della MO e dei GDP, lo facciamo periodicamente, ma ce ne siamo occupati espressamente, quando a principio di questo anno 2014 siamo stati invitati in audizione davanti alla commissione giustizia del SENATO, su alcuni dei disegni di legge che erano stati presentati, uno lo Scilipoti e l’altro il CALIENDO.

Siamo stati molto critici sul Dlegge Scilipoti, abbiamo rilevato alcuni profili di illegittimità costituzionale, e tuttavia è stata l’occasione per porre alcuni punti fermi sul tema della MO.

Abbiamo, innanzitutto, osservato come “temporaneità” sia un concetto diverso da “precarietà”, che invece è quello che si è verificato e abbiamo individuato alcuni punti critici che devono essere risolti.

Il tema della gestione della MO non partire ignorando la realtà e cioè le proroghe susseguitesi di anno in anno per un tempo molto lungo che hanno consentito la permanenza di molti MO nell’incarico per moltissimi anni e che ci ha fatto propendere per una scelta del DOPPIO BINARIO, peraltro, ispirato un disegno di legge in esame.

In ogni caso i punti cardine che, a nostro avviso, dovrebbero ispirare la riforma sono i seguenti:

– mantenimento dei diversi magistrati onorari o loro unificazione;

  • reclutamento e formazione;

  • il tema delle incompatibilità;

  • il tema del governo autonomo: con la legge 111 del 2007 sono state istituite presso i consigli giudiziari le sezioni autonome per i giudici di pace, ma ciò non è stato previsto per i GOT e i VPO così realizzando un sistema incompleto di governo autonomo, riservato soltanto ad una porzione di MO;

  • tema del sistema disciplinare;

  • il tema dei compensi;

  • il tema della tutela previdenziale.

  • Questi punti li abbiamo esaminati allorquando era stato chiesto all’ANM di esprimere un parere sul DDL CALIENDO, che all’epoca della nostra audizione in Senato era parso migliore rispetto allo Scilipoti.

  • Ma entrambi i DDl sono stati superati dal governo RENZI E dal ministro ORLANDO, tuttavia, abbiamo fatto riferimento al Caliendo perché in quell’occasione forse per la prima volta l’ANM ha espresso un documento organico sul tema della MO mostrandosi favorevole ai seguenti punti:

  • DOPPIO REGIME per distinguere i MO attualmente in servizio da quelli che saranno reclutati in futuro;

  • Statuto unico della MO;

  • riconoscimento della dignità del MO che va visto con il superamento del concetto di magistrato onorario come supplente del magistrato professionale, questo ha delle ricadute in termini della individuazione della competenza, ma anche in termini delle incompatibilità, in quanto il tema dell’ambito della giurisdizione riservata alla MO, incontra il tema della incompatibilità che è poi il tema della indipendenza che è poi il tema della imparzialità sia in termini sostanziali sia in termini di immagine che della indipendenza ed imparzialità viene offerta dal magistrato onorario.

  • Osservavamo in questo documento che probabilmente va fatta una scelta, perché non possiamo nella prospettiva di un carattere temporaneo del MO, non porci il problema della prospettive professionali, bisognerebbe individuare probabilmente, alla luce della riscrittura dell’ambito di competenza del MO una soluzione che tenga conto di queste prospettive professionali future e della esigenza di imparzialità ed indipendenza legate all’immagine: in questo caso individuavamo un punto di equilibrio in una incompatibilità di natura provinciale!

  • tema del reclutamento, tirocinio e formazione, il tema delle verifiche di idoneità professionali periodiche, sono temi che accomunano la magistratura onoraria a quella professionale;

  • la questione della assegnazione degli affari, il tema del giudice naturale vale anche per il MO;

  • il tema del sistema disciplinare, che presenta alcune specificità, per esempio, alcune ricadute come la impossibilità di conferma a seguito di una qualsivoglia sanzione disciplinare, come previsto in questo disegno di legge, era una soluzione un po’ troppo severa, e bisognerebbe pensare ad un sistema un po’ più articolato.

  • il tema della MO si lega anche ad un’altra questione peraltro affrontata recentemente in un’altra audizione parlamentare, e cioè il tema dell’UFFICIO DEL PROCESSO.

  • tra l’altro ieri ne discutevo ad un dibattito televisivo con il Ministro, è vero esiste un testo di legge, noi in sede di audizione siamo stati molto critici, non basta immaginare un ufficio del processo se non si immagina però una costruzione diversa, dal far semplicemente confluire in questo ufficio del processo delle realtà già esistenti,

  • l’Ufficio del processo deve essere riempito di contenuto per quanto riguarda le competenze, per quanto riguardo il personale, non si può pensare di prendere qua e là delle persone e attribuire loro un compito, occorre, invece, creare qualcosa ai nuovo, un coordinatore, riservare competenze specifiche a ciascuno dei componenti dell’ufficio, pensare ad assumere del personale, e allora in questo ufficio del processo, pensato come una struttura qualificata, e caricata di responsabilità anche proprie, allora soltanto si può immaginare un ruolo per la MO.

  • Vi è il tema molto delicato dei compensi, che lo ricordava, Panzani, vede delle soluzioni differenziate tra MO e GDP, e vi è il tema ancor più delicato, che si scontra con la questione la natura onoraria dell’incarico di MO sia relativamente alla reperibilità della risorse finanziarie sia riguardo al trattamento previdenziale e della tutela delle lavoratrici madri.

  • Questi sono temi delicati in quanto toccano i diritti fondamentali. Lo Stato non può farsi carico della situazioni che esso stesso ha determinato con questo regime precario delle proroghe annuali Da questa situazione si dovrebbe auspicabilmente uscire al più presto. IL tema è all’attenzione personale del ministro, un testo ufficiale ancora non sembra esserci …(Dott. Orlando replica che è approvato ed è alla bollinatura).

Vedremo questo disegno di legge, noi ci siamo e continueremo a confrontarci su queste soluzioni con la associazioni rappresentanti della MO, e se saremo chiamati presso commissione giustizia come certo avverrà, esprimeremo il nostro parere, ma penso che ormai i principi sono quelli sommariamente esposti, e illustrati nel documento pubblicato sul sito della nostra associazione.

(applauso)

NAVARRA (giornalista moderatore)

Ecco presidente prima di dare la parola al Dott Orlando, voglio tornare un attimo al dott. Sabelli…ricordando l’anzianità di servizio delle rappresentanti di UNIMO, è una cosa abbastanza da risolvere essere risolta…si auspica un documento comune per trovare una soluzione per queste persone assunte in modalità provvisoria

SABELLi

questo vede è un caso indicativo della incapacità di procedere in modo programmatico e sistematico, e nel caso in cui le aspettative legittime dei singoli si incontrano con le esigenze del sistema, perché non è funzionale al sistema una soluzione che vada per proroghe fatte il 30 dicembre per evitare che il 1 gennaio gli uffici siano sguarniti.

IL sistema non può fare a meno della magistratura onoraria, rispetto ai tempi iniziali, la magistratura onoraria è cresciuta, ha assunto un ruolo proprio, è cresciuta anche in consapevolezza della dignità, con l’evoluzione del concetto stesso di giurisdizione.

Lo Stato non può dopo aver tenuto una persona in una situazione di precarietà non riconoscere una situazione che di fatto si è determinata. Ecco perché una soluzione che passi attraverso una distinzione tra situazioni già consolidate, e situazioni di nuova selezione, verrebbe incontro sia alle aspettative individuali, sia alle esigenze di non disperdere le professionalità che si sono già formate.