Comunicato stampa: la riforma della Magistratura onoraria un traguardo o una partenza?

Come ormai noto agli addetti ai lavori, la riforma della magistratura onoraria è stata approvata ed è legge 28 aprile 2016, n. 57 recante “Delega al Governo per la riforma organica della magistratura onoraria e altre disposizioni sui giudici di pace”.

Si tratta di una legge delega che attende i suoi decreti attuativi entro il breve termine di un anno, entro i trenta giorni dalla sua promulgazione sarà pubblicato il primo, che, con molta probabilità, conterrà disciplina di argomenti di agevole regolamentazione e la proroga per i magistrati onorari ricadenti nel regime delle annuali proroghe.

Nebuloso è il tema della forma e del quantum della remunerazione soprattutto per coloro che, svolgendo le funzioni di magistrati onorari da tempo, ricadono nella normativa transitoria, rappresentando, quella contenuta nella legge citata, una vera “delega in bianco” al governo, che si auspica sia esercitata negli ambiti delineati dalla CAMERA dei DEPUTATI con gli ordini del giorno proposti dal relatore On. Guerini ed approvati il 28 aprile scorso.

Permangono ancora serie preoccupazioni, soprattutto tra i magistrati onorari di Tribunale, in ordine alla persistenza della differenza retributiva tra costoro e gli ex gdp nei primi quattro anni, giacché, una volta attuato lo statuto unico della magistratura onoraria, la stessa non trova alcuna giustificazione di rango costituzionale, e con la cornice della Costituzione italiana si dovrà confrontare.

Le velate preoccupazioni sottese ad una scelta così incostituzionale ben potrebbero essere superate modificando l’assetto economico finanziario delineato dalla tanto criticata legge di stabilità 2016, che, invece di mantenere in forze il fondo per le spese di giustizia destinato alla magistratura onoraria, ne ha imposto la razionalizzazione, dimenticando il legislatore che la persistenza di tali fondi sarebbe stata necessaria a rendere la tanto attesa riforma della magistratura onoraria equa e costituzionalmente orientata.

Si auspica che in sede di decreti delegati il governo colga l’occasione per rendere l’esecuzione della delega in linea con la Costituzione, anche con riguardo agli inaccettabili limiti all’esercizio della funzione giurisdizionale autonoma e indipendente costituiti dalle direttive del giudice professionale sul giudice onorario nell’ambito dell’ufficio del processo, come anche alla sorte dei magistrati onorari al termine dei totali 16 anni di conferme, qualora non abbiano maturato il diritto alla pensione.

Ebbene, la maggioranza dei magistrati onorari di Tribunale è perfettamente consapevole della portata innovativa e delle chance che tale riforma ha impresso ad una categoria che finora aveva operato nell’ombra e con silenziosi sacrifici per lo Stato, ed è per questo che esprime la forte preoccupazione che la perpetuazione della sperequazione economica tra magistrati onorari di Tribunale e giudici di pace imprima un direzione di incostituzionalità altamente menomante la complessiva innovatività dell’intero impianto.

Unimo non mancherà di fornire il proprio contributo propositivo nella direzione auspicata.

Roma, 5 maggio 2016

CDC Unimo

Unione Nazionale Italiana Magistrati Onorari