Comunicato del 3 settembre 2014

U.N.I.M.O.
 
UNIONE NAZIONALE ITALIANA MAGISTRATI ONORARI
 
DDL di riforma della magistratura onoraria  
 
UNIMO chiede al Ministro Orlando di confermare le linee guida della riforma della giustizia onoraria esposte al tavolo delle trattative con le associazioni di categoria all’incontro di giugno u.s. così come formulate sul sito del Ministero della Giustizia, e di chiarire pubblicamente se lo schema di disegno di legge delega diramato in questi giorni dagli organi di stampa sia quello approvato nell’ultimo consiglio dei ministri. Tale testo, infatti, regredisce sulla questione fondamentale della stabilizzazione dei magistrati onorari attualmente in servizio e del riconoscimento di un regime di previdenza (salvo stabilire, inutilmente, la possibilità di «ricorrere a forme volontarie di contribuzione previdenziale, senza oneri per la finanza pubblica» – in disparte la questione del reperimento dei mezzi economici per raccogliere il suggerimento di legge). Mantiene il regime attuale di compatibilità con altri impieghi e professioni, sconfessando, da una parte, l’intendimento del ministro di evitare per il futuro conflitti di interesse e di garantire massima efficienza alla giustizia, dall’altra la volontà di spending review dell’intero Governo (dal momento che, attualmente, i dipendenti pubblici possono assentarsi dal lavoro per svolgere le funzioni onorarie).
Le linee guida concordate dal ministro con le associazioni di categoria sono tuttora consultabili sul sito del ministero (nella corolla che rappresenterebbe la riforma, al secondo petalo, “dimezzamento dell’arretrato”). Il ministro aveva dato atto, convocando gli interessati ben quattro volte, di analisi intelligente della questione annosa della giustizia onoraria e di seria volontà di soluzione,  attraverso  il potenziamento e la stabilizzazione del ruolo dell’intera magistratura onoraria (anche al fine di rendere efficiente la giustizia – come dimostra tuttora l’inserimento del tema nel “petalo” relativo al dimezzamento dell’arretrato). Una regressione su questi punti significherebbe, per usare la metafora del ministro, fare sfiorire la riforma intera della giustizia e riaccenderebbe proteste spontanee da parte della categoria proprio alla riapertura delle udienze ordinarie dopo il periodo feriale.
Voglia il ministro, pertanto, confermare pubblicamente le linee guida sulla riforma concordate con le associazioni di categoria e riprendere con esse il confronto, mantenendo l’impegno della convocazione già prevista per luglio e poi rinviata.