I PATTI VANNO OSSERVATI e la Costituzione pure. I Non lavoratori obbligati alla presenza in ufficio oltre otto ore.

I PATTI VANNO OSSERVATI e la Costituzione pure.  I Non lavoratori obbligati alla presenza in ufficio oltre otto ore.  

 Roma,   

A nove mesi dall’annuncio del sottosegretario Morrone dell’avvio di un tavolo tecnico per la contro riforma alla legge Orlando, il Ministero e gli stessi burocrati del precedente governo avrebbero partorito, secondo la bozza diffusa da un noto quotidiano, una proposta  che si pone in netto contrasto con laannunciata “politica della partecipazione” e viola le promesse sugellate nell’accordo di massima del 7 marzo,  rispetto alla quale le scriventi associazioni sono costrette a manifestare profonda contrarietà.

 Veniamo ai fatti.

  1. Il governoprometteva una riforma di immediata operatività al fine di scongiurare la prossima (entro il 30 giugno) sottrazione di giudici onorari ai ruoli penali di tribunale con totale paralisi del sistema, invece, si propone un mero disegno di legge di incerta sorte;
  2. Il governoprometteva una riforma delle indennità e soprattutto un compenso adeguato per i giudici onorari di tribunale per le attività strumentali alla udienza, e di tutta risposta il progetto non solo non adegua le indennità al mutamento del potere di acquisto della moneta corrente, ma impone la presenza in ufficio dei magistrati onorari oltre le otte ore per beneficiare della doppia indennità, sul solco della peggiore tradizione PRE-STATUTO dei lavoratori, umiliante e mortificante

Tale modifica, che non è mai stata oggetto di valutazione discussione né nel tavolo tecnico né nell’accordo sugellato il 7 marzo,rappresenta una gravissima violazione del rapporto fiduciario preteso dal ministero che non può e non deve passare inosservato. Del resto,  chi non coglie l’ossimoro tra qualifica dei magistrati onorari come NON lavoratori e pretesa di una presenza in ufficio con tariffa oraria superiore a quella dei dipendenti pubblici? 

  • Il governoprometteva, anche al fine di preservare il sistema da ulteriori procedure di infrazione, una base imponibile contributiva del solo 40%, di tale promessa non c’è traccia nel provvedimento partorito.
  • Il governo prometteva di consentire il trasferimento su domanda per beni essenziali della persona, invece nel provvedimento si limita a consentirlo per i presupposti di cui alla legge 104/1992.
  • Il governo prometteva di graduare il sistema delle sanzioni disciplinari come in precedenza previsto per i giudici di pace, ma nulla è stato disposto.
  • Il governogarantiva il rispetto della dignità e del valore di tutti i magistrati onorari di Italia e di tutta risposta dispone la loro sostituibilità in sede requirente con tirocinanti e ufficiali di P.G in pensione, mostrando come non si abbia la minima percezione della professionalità e importanza della funzione.

Al governoavevamo chiesto, insieme con la A.N.M., un maggior impiego dei magistrati onorari al servizio della giustizia, una certezza nel concetto di impiego che impedisse una larga discrezionalità degli ufficia discapito del rapporto tra servizio prestato e servizio remunerato, e una maggiore autonomia nelle funzioni giurisdizionali giudiziarie per chi ha maturato anni di servizio e per questo è stato confermato dal CSM, ma il provvedimento “partorito” rivela noncuranza del problema, come anche del fatto che la Commissione europea ha avviato la procedura di infrazione dell’Italia sul punto.

Rammentiamo allora che, mentre le elezioni europeesono alle porte,   a  giugno i ruoli dei giudici onorari di tribunale nel settore penale saranno integralmente riversati su quelli dei giudici professionali con evidente compromissione (in alcuni uffici, arresto) del funzionamento della giurisdizione ( a chi giova?), di qui, la necessità di una decretazione d’urgenza.

Insistiamo che nello schema governativo proposto  siano predisposte essenziali modifiche:  

  • previsione del raggiungimento del limite di età in linea con quello previsto per la professione forense, che attualmente è di 70 anni;
  • previsione della volontarietà dell’inserimento nell’Ufficio per il processo e con ruoli autonomi e senza limiti di impiego per i giudici onorari di tribunale;
  • possibilità di trasferimento su domanda al fine di garantire una più efficiente distribuzione dei magistrati onorari negli uffici; 
  • rispetto dei criteri di distribuzione razionale ed oggettiva del lavoro, in funzione all’impegno scelto, precisando che per le attività di studio del fascicolo e di redazione dei provvedimenti non verrà richiesta la presenza in ufficio;
  • precisa individuazione del concetto di ‘impegno’ (ossia che tre impegni equivalgono ad una udienza settimanale ad una udienza straordinaria mensile);
  • disciplina e garanzia delle funzioni giurisdizionali autonome sia per i giudicanti sia per i requirenti anche e soprattutto con riguardo alla materia penale e dei collegi;
  • previsione di un trattamento previdenziale con una contribuzione percentuale dello Stato, in linea con i principi europei;
  • possibilità per tutti di optare, fin da ora, per il pagamento tramite giudici.net.

I livelli retributivi sono al limite della accettabilità. E’ ampiamente migliorabile l’offerta economica come, del resto, promesso dal sottosegretario On. Morrone all’esito del tavolo politico, a ciò potendo pervenirsi mediante: a) una diversa modulazione degli impegni; b) un diverso trattamento fiscale delle indennità e, soprattutto, c) mediante l’aumento degl’importi previsti per le indennità a cottimo (aumento da introdurre a partire da quest’anno) senza modifiche di tariffe orarie contrarie alla natura della funzione esercitata.

    Vorremmo concludere invocando il contratto di governo a cui nessuno dei suoi ministri ha abdicato, e chiediamo che il provvedimento prodotto  dal Ministero della Giustizia sia modificato in sede di Consiglio dei Ministri sia nella forma (decretazione d’urgenza e decreto legislativo correttivo alle legge delega 57/2016),  sia nella sostanza nei termini sopraindicati,  rifiutando ogni iniziativa che conduca  in peiusla condizione già precaria e sfruttata della magistratura onoraria. 

                                                                                                                                            

Per i direttivi

A.N.M.O.             C.G.d.P             M.O.U.             U.N.I.M.O.