INTERVENTO DI UNIMO AL CONGRESSO ANM – BARI 24 GIUGNO 2015

UNIMO

Unione Italiana Magistrati Onorari

passo S. Caterina Fieschi Adorno 4a/3d

16121 Genova

Spett. li

Presidente di Anm, giunta esecutiva centrale, Magistrati,

Siamo onorati di partecipare a questo congresso di Anm, anche quali soci aggregati, e vi ringraziamo per il cortese invito.

E’ notorio che UNIMO è un’associazione di categoria che non si limita a denunciare le condizioni in cui la magistratura onoraria è costretta a prestare il proprio servizio ma, interviene anche e soprattutto nelle competenti sedi istituzionali, proponendo soluzioni, che in sintonia al dovere costituzionale di fedeltà alla legge, cui anche la MO è chiamata, tendono a superare le incoerenze legislative che nuocciono all’efficienza del sistema.

La MO e la magistratura di ruolo lottano insieme non l’una per risolvere i propri problemi e l’altra per difendere il proprio status, né sono in contrasto tra loro, come si trattasse di caste che null’altro vedono e sentono se non se stesse, ma per rendere il servizio concretamente più efficiente e garantirne il buon funzionamento.

L’opinione pubblica deve sapere che se i tribunali e le procure continueranno a rimanere sprovvisti dei mezzi (aule, computer ecc.) e delle risorse umane (cancellieri, magistrati ecc.) necessari al loro funzionamento il servizio giustizia non sarà mai efficiente né maifunzionerà. Non serve, quindi, ridurre i costi destinati al servizio, ovvero, imporre accelerazioni alla trattazione dei processi che, si ribadisce, comunque non potrebbero concretizzarsi per la mancanza degli strumenti necessari.

Sono necessari, dunque, interenti normativi coerenti, chiari, intelligibili.

Sappiamo tutti che la magistratura onoraria di Tribunale attualmente in servizio costituisce una risorsa per il servizio giustizia in quanto composta da soggetti che da un decennio e oltre svolgono attività giurisdizionali e requirenti e, quindi, hanno acquisito una professionalità che non conviene disperdere o comprimere.

Anzi è giunta l’ora di mostrare riconoscenza per questa magistratura e conferirle la dignità sino ad oggi negatale ed assicurarle uno status giuridico che ne salvaguardi l’indipendenza e l’autonomia, superando, come non manca mai di sottolineare in tutte le sedi l’ANM, quel concetto di magistrato onorario supplente o sostituto del magistrato di ruolo o peggio ancora di suo assistente.

E del resto nella realtà i GOT e i VPO non svolgono più mere funzioni di supplenza, ma gestiscono ruoli e svolgono attività di indagine se pur limitatamente ad alcune categorie di reati.

UNIMO, quindi, ritiene che il ddl 1738 a firma del ministro Orlando, che intende riconoscere alla MO quello status sino ad oggi non avuto, e che, aveva assicurato il Ministro ad ogni incontro con le associazioni di categoria, avrebbe finalmente valorizzato la MO, se non opportunamente emendato, andrà nella direzione opposta.

A tal fine Unimo aveva presentato, attraverso il senatore Torrisi, degli emendamenti sui quali vi era convergenza sia da parte dell’ANM sia , come emerso alla fine dei lavori del II congresso nazionale dell’associazione tenutosi a Roma il 9 e il 10 ottobre scorsi.

Tutti concordi nel ritenere che le proposte di UNIMO avrebbero contribuito a rendere il ddl di riforma più vicino alle promesse del ministro anche sotto l’aspetto retributivo.

Ed invece, è addirittura sopraggiunta una norma contenuta nell’emananda legge di stabilità, l’art.43 co.18 (art. 33 comma 13) con la quale si stabilisce che dovranno essere diminuite nell’anno 2016 ed oltre le indennità di gdp, got e vpo per 6 milioni di euro.

Ciò, disattendendo totalmente la Raccomandazione del comitato dei ministri europei agli stati membri del 2010 che ha stabilito che non possano essere disposte diminuzioni degli emolumenti dei giudici anche onorari, a difesa evidente della loro indipendenza.

Ciò significherà che le udienze affidate ai got e ai vpo dovranno diminuire al fine di non sforare il budget e conseguentemente gli affari ad essi assegnati, con aggravio di lavoro per la magistratura di ruolo.

L’amministrazione della giustizia non subirà accelerazioni e i ritardi si riverbereranno non soltanto sull’utenza ma anche sugli avvocati anche in relazione al recupero delle spese in materia di esecuzioni.

Molti got e vpo non saranno più disponibili a lavorare come sinora fatto a fronte di tali indecorose condizioni.

Assicurare a tutta la magistratura, di ruolo e onoraria, una buona organizzazione, condizioni di lavoro decorose, dotazione di risorse e strumenti adeguati sono le premesse necessarie di una giustizia efficiente.

Preservare l’autonomia, l’indipendenza e l’imparzialità anche della MO, ricompensando il servizio reso da questi giudici (che, contrariamente a quanto riportato nella relazione al ddl Orlando, hanno una produttività elevata e non solo del 6%) garantire loro uno status adeguato alla professionalità dimostrata.

Questo giova all’efficiente funzionamento della giustizia.

Non certo comprimere le loro competenze e mortificarli con previsioni finanziarie e funzionali che avviliscono una categoria che ha sempre servito la giustizia con solerzia e a costi davvero irrisori.

Evitare che le riforme a costo zero, come appare essere quella della MO e nell’ambito della quale si inserisce la richiamata disposizione del MEF, prevalgano su quelle che effettivamente siano da slancio per l’efficienza del servizio giustizia, questo preme ad UNIMO.

Se ciò non accadrà sarà soltanto il cittadino a farne le spese.

Chiediamo perciò ad Anm di continuare con noi il percorso intrapreso e diretto a far riconoscere dignità ai magistrati onorari, che necessitano di forti e pubblici segnali di stima.

Chiediamo all’ANM di rimanere al nostro fianco perchè si giunga all’approvazione di una riforma della MO che abbia al centro il servizio giustizia e che sia un elogio per l’attività svolta da soggetti che sono una risorsa indispensabile per la sua efficienza e meritano di essere trattati come tali.

Grazie per l’attenzione


Unione Nazionale Italiana Magistrati Onorari